Caso di studio
La ruota a restauro ultimato
Ruota idraulica, diametro mt 4.20, pale comprese. Costruita in legno di castagno, rovere e conifera, ghisa, ferro ed acciaio.
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Legno di castagno o rovere per i travi radiali, e due anelli, del diametro mt 2.80; di conifera per 24 pale, i cui supporti sono il legno di castagno;
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ghisa per il mozzo e due supporti circolari su cui sono fissati con bulloni e viti sei raggi per ciascun anello;
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in acciaio sono quattro cerchioni che fasciano le circonferenze degli anelli in corrispondenza degli spigoli;
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ferro per piastre di raccordo e bloccaggio, bulloni e dadi.
Ricoperta interamente da uno strato spesso vari millimetri di catrame, risalente probabilmente ad una delle manutenzioni che ha subito nel secolo scorso. Si aggiungono sull'esterno, ventiquattro pale, pannelli rettangolari formati da tavole di conifera, fissate su due supporti arcuati, di legno di rovere o castagno, di queste ne mancano, in seguito a rottura dei supporti, altre hanno almeno un supporto rotto o deteriorato da infiltrazioni di acqua e conseguente attacco batterico.
Interventi di restauro eseguiti
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rimozione della patina superficiale di catrame, non coeva, e spessa vari millimetri; asportata meccanicamente con martellina da tappezziere e raschietti;
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asportazione dei tronconi di supporto delle pale, rotti, togliendo con trapano e scalpello i cunei di bloccaggio;
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ricostruzione delle parti mancanti o particolarmente deteriorate degli anelli. Un intero arco (un sesto della circonferenza) é stato rifatto con legno di castagno. Interventi precedenti di risanamento, avevano integrato le lacune con tanti piccoli segmenti, pregiudicandone la tenuta. Sono state integrata altre lacune varie, sempre con castagno;
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ricostruiti circa venti supporti per le pale con essenza di castagno, ed il tavolato di tre di esse, con legno di abete, montati quando la ruota é stata messa in posizione verticale.
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per togliere bulloni e dadi, é stato necessario l'uso di oli disincrostanti, svitol, riscaldando successivamente i bulloni, sfruttando la dilatazione termica per sbloccarli. Ciò nonostante qualche bullone non ha retto alla torsione spezzandosi. I bulloni inutilizzabili sono stati rimpiazzati con cavicchie di analoghe dimensioni; i dadi sono stati ricavati da piattina metallica, filettandone il foro.
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trattamento consolidante mediante imbibizione a pennello di paraloid diluito 8-12% in butilacetato ed acetone, fino a completo assorbimento; ripetuto piú volte in giornate diverse.
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pulitura delle parti metalliche con raschietti e martellina da tappezziere e spazzole, una volta asportatone il catrame;
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stabilizzazione del processo di ossidazione con acido tannico al 5% in soluzione idroalcolica;
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trattamento protettivo con "miscela sana" della Spring Color, olio di lino cotto, solubilizzato con alcol, aceto e limonene, additivato di sali minerali essicativi;
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ulteriore protezione, data l'esposizione all'aperto del manufatto, con "impenetrabile" dellaSpring Color, composto di olio di lino, solventi vegetali ed essiccativi, come abbiamo visto cui é aggiunta una percentuale di cera.
La ruota, unica superstite di un'epoca (età moderna) in cui Bologna disponeva del piú importante sistema di sfruttamento dell'energia idraulica a fini produttivi in Europa (verso la fine del Seicento piú di 350 ruote idrauliche fornivano energia a 119 mulini da seta, la piú alta concentrazione esistente in una città europea.
E ancora le acque dei canali sostenevano numerose altre attività industriali, come la concia delle pelli, la lavorazione delle pergamene e della carta, ed i lavatoi per panni e biancherie).
La ruota restaurata é stata presentata al Salone del Restauro di Ferrara, inserita in un tema piú ampio: l'importanza storica ed economica dei corsi d'acqua nella città di Bologna.
É stata esposta nel settembre scorso nel cortile di Palazzo D'Accursio.