Caso di studio
La vetrata Apparizione degli Angeli appartiene al complesso decorativo delle cappelle famigliari, avviato nei primi decenni del Trecento in Santa Croce: un'iniziativa fervida di produzione vetraria abbinata al celere ritmo del cantiere di Giotto, che nella Basilica dipinse quattro pale d'altare e quattro cicli di affreschi. La vetrata oggi non si trova più nella cappella Velluti, sua sede originaria, poiché nel 1958 fu trasferita nella finestra a bifora della cappella Bardi, dotandola, per l'occasione, di telai portanti apribili in ferro.
L'Apparizione degli Angeli reca sei figure di Santi e Arcangeli in ranghi sovrapposti, racchiuse in compassi gotici definiti da 'nastri' di vetro incolore. Nei ranghi superiori abbiamo Gabriele e la Vergine Annunciata, in quelli mediani Tobia e Raffaele, in quelli inferiori Michele e Costantino (fig, 1).
L'opera venne progettata - e in parte dipinta - da Jacopo del Casentino tra il 1320 e il 1330.
Figg. 1 e 2) La vetrata prima del restauro. Nella fig. 2 si osservano i telai apribili posti in opera nel dopoguerra, con i sistemi di manovra delle ante.
I suoi tredici pannelli sono stati smontati dalla bifora (fig. 3) e imballati in casse lignee, per essere trasportati nel laboratorio di Studio Fenice (fig. 7).
L'intervento conservativo ha previsto, innanzitutto, la pulitura del dipinto originale a grisaglia presente sul recto, che è stata effettuata con acqua deionizzata, bastoncini cotonati e batuffoli di ovatta (figg. 4, 5).
Fig. 3) La Cappella Bardi con gli affreschi di Giotto, dopo lo smontaggio della vetrata.
Figg. 4, 5 e 6) Prime fasi del restauro: pulitura del dipinto sul recto e riposizionamento di tessere vitree.
Fig. 7) Pannelli vetrari dell'Apparizione degli Angeli sui tavoli luminosi del laboratorio.
Fig. 8) Rifacimento della bordura esterna. Fase di legatura a piombo delle nuove tessere vitree.
Le residue incrostazioni di velature ottocentesche sono state trattate seguendo il protocollo già messo appunto durante gli interventi già eseguiti in Santa Croce su opere del Maestro di Figline e di Taddeo Gaddi.
Dal verso, invece, i depositi gessosi dovuti ai processi disgregativi dei vetri calcio-potassici sono stati rimossi con bisturi a scalpello e lavaggi con acqua deionizzata (fig.11).
Fig. 9 ) Volto di Raffaele: rimozione di un piombo di 'frattura' e incollaggio della tessera vitrea
Le tessere vitree frammentate sono state incollate, è stata revisionata l'intera orditura dei piombi riparandola con nuove saldature a stagno ed è stata rifatta la bordura esterna di vetri incolori, oltre ad altre parti che erano state eliminate nel 1958 (fig. 8).
Il ritocco pittorico è stato eseguito preferibilmente dal verso, con pigmenti a freddo facilmente reversibili e attenendosi ai dettami del minimo intervento (quindi seguendo un preciso protocollo di intervento) (fig. 10).
I pannelli vetrari sono stati infine montati in nuovi telai in acciaio con barre di sostegno saldate e ricollocati in situ (fig. 13).
All'esterno la preziosa opera d'arte è stata protetta da una nuova controvetrata 'isotermica' (fig. 14).
Tali controvetrate, con circolazione d'aria nell'intercapedine, garantiscono ai pannelli antichi condizioni esistenziali migliori, rendendo accessoria l'adozione di misure dirette se non a scopo manutentivo. Quindi la posa in opera di un sistema di questo tipo è parte cruciale della buona conservazione delle vetrate medievali.
Il restauro, commissionato dall'Opera di Santa Croce, è stato diretto dall'Arch. Elena Bassi, sotto l'alta sorveglianza della Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e per le province di Pistoia e Prato (tecnico incaricato Dott. Claudio Paolini). E' stato affiancato da indagini diagnostiche eseguite da I.C.V.B.C. - C.N.R. di Firenze (Dott.ssa Susanna Bracci) assieme a I.F.A.C. - C.N.R. e da una ricerca storico-artistica di Renée K. Burnam (del Corpus Vitrearum Medii Aevi/ICOMOS U.S.A. e Italia).
Tali apporti multidisciplinari hanno consentito un'accurata indagine conoscitiva dell'opera.
L'intervento conservativo è stato eseguito da Americo Corallini e Valeria Bertuzzi, con qualifica di restauratori di beni culturali (in possesso dei requisiti ai sensi dell'art. 182 del D. Lgs. 22 gennaio 2004, n.42 e ss.mm.ii), e da Dilyana Damyanova Valeva, con qualifica di collaboratore del restauratore.
Fig. 10) Minimi interventi di reintegro pittorico.
Fig. 11) Pulitura del verso dai depositi gessosi. Sulla parte trattata si vedono, sui vetri soggetti a corrosione, i caratteristici microcrateri.
Fig. 12) Ultime fasi del restauro.
Fig. 13) Verso di un pannello a fine intervento, durante il montaggio nei nuovi telai.
Fig. 14) La nuova controvetrata di protezione montata all'esterno della finestra a bifora.